ANNULLARE IL CONCORSO PER ISPETTORI DOPO L’INDAGINE DELLA PROCURA DI VIBO

Abbiamo chiesto al Ministro dell’Istruzione l’annullamento integrale, in autotutela, della procedura comparativa per il conferimento di tre incarichi di livello dirigenziale non generale con funzioni tecnico ispettive e della relativa graduatoria, in Calabria, dopo che questa procedura è finita al centro dell’indagine della Procura di Vibo Valentia, il primo marzo scorso, nell’operazione Diacono. Ho presentato, a tal fine, un’apposita interrogazione insieme ai colleghi della Camera Paolo Parentela, Giuseppe d’Ippolito, Elisabetta Maria Barbuto, Elisa Scutella’, Anna Laura Orrico e Virginia Villani.

Secondo quanto si è potuto apprendere dagli organi di stampa, in questa procedura di selezione, un funzionario del Miur, componente della commissione per la valutazione delle manifestazioni di interesse, avrebbe tenuto una «duplice condotta costituente reato». Innanzitutto, avrebbe aiutato uno dei candidati a salire nella graduatoria, dal settimo al quarto posto, e poi avrebbe «corrotto» la dirigente generale dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria e presidente della commissione di valutazione, promettendole, «su richiesta della stessa», il trasferimento con ruolo dirigenziale a Roma, in cambio di un aiuto per il candidato che voleva passare il concorso a raggiungere il terzo posto in graduatoria.

Secondo la Procura proprio grazie alla corruzione di questo funzionario, che era incaricato, fra l’altro, delle attività ispettive e del controllo degli istituti accreditati, sono state agevolate e rese possibili tutte le condotte illecite messe in luce dall’operazione Diacono, in merito alla presunta compravendita di diplomi e altri titoli scolastici. Sembra chiaro, quindi, che non si possa escludere una possibile violazione dei principi fondamentali delle norme in materia di affidamento di incarichi dirigenziali e per questo abbiamo richiesto un intervento del Ministero.

Quello degli ispettori è un fondamentale ruolo di controllo che non può permettersi ombre e sospetti, a maggior ragione in Calabria e dopo che questa inchiesta ha terremotato l’ufficio scolastico regionale.

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